L’approccio

L’approccio è tutto. L’ho capito negli ultimi anni e l’ho capito bene. Mi riferisco a quell’approccio inteso come modo in cui affrontiamo una questione, un’attività, un problema. È mentale e quindi dipende esclusivamente da noi. Ed è tutto. Ma non è la mentalità, quella è un’altra cosa. Direi piuttosto che l’approccio è un derivato della mentalità, è il suo prodotto finito.

Due persone possono fare la stessa cosa, ma per una delle due quella cosa può risultare emozionante e bellissima, per l’altra di una noia mortale. Ma questo è anche semplice da capire. Quello che invece è più complesso, ma decisamente più importante, è che la stessa persona può fare la stessa attività e trovarla emozionante e bellissima, oppure di una noia mortale, a seconda soltanto del tipo di approccio diverso con il quale quell’attività è stata affrontata. Sentimenti come la rabbia, l’amarezza, l’abbandono, l’angoscia, l’ansia, la vergogna, il rimorso, la malinconia, e chi più ne ha più ne metta, sono sentimenti del tutto soggettivi. Questo ci deve far capire che la nostra vita, intesa come l’insieme di tutte le cose che facciamo, non è di per sé né bella né brutta. Non c’è un valore oggettivo, una classificazione delle attività dell’uomo che stabilisce quanto bella o brutta sia una vita, ma c’è invece la nostra soggettività a farci vivere una vita meravigliosa o una vita d’inferno a seconda dell’approccio che abbiamo alla vita stessa e agli elementi che la compongono.

Purtroppo la maggior parte delle persone tende per natura ad etichettare, ad esprimere giudizi che non le competono, solo per cercare di dare un senso alle cose, per riuscire ad avere sotto controllo situazioni che sono assolutamente fuori dalla loro natura. Tradotto in parole povere: le persone non hanno né l’intelligenza né la voglia di sforzarsi abbastanza per cercare di capire fino in fondo ciò che le circonda. È apparentemente molto più semplice giudicare e tagliare corto, si fa molta meno fatica.

Questo però è vero solo se abbiamo la vista limitata, se non riusciamo a vedere al di là di noi stessi. Pensiamo che sia così perché l’unica cosa che vediamo è il nostro mondo, con le nostre etichette e i nostri schemi mentali. Ma chi ha il coraggio di riflettere, di farsi qualche domanda in più, di aprire la propria mente e lasciarla correre, sarà già talmente oltre da vedere tutto ciò come un qualcosa di ridicolo, di stupido. La persona che riesce a cancellare dalla mente tutti gli schemi acquisiti nel tempo vivendo la nostra società nel corso degli anni sarà libera, ma libera davvero, e sarà fortissima, perché niente sarà in grado di scalfirla, dato che niente ha un significato oggettivo precostituito, ma ogni cosa è il frutto del nostro approccio. E qui si ritorna quindi a quanto ho detto all’inizio, cioè che l’approccio è tutto. Lo ripeto, lo sottolineo. È tutto in quanto tutto è soggettivo, ogni cosa lo è. Ed è importantissimo, una volta capito questo, cercare di avere la mentalità giusta per avere l’approccio giusto. In questo modo il mondo potrà essere bellissimo, ogni esperienza che facciamo potrà essere bellissima, ogni elemento di questa Terra potrà essere bellissimo. E per fortuna tutto ciò dipende solo ed esclusivamente da noi. Il che significa che, indipendentemente da qualunque cosa, la nostra vita potrà essere bellissima perché noi abbiamo scelto che così dovrà essere.

Questa è per me l’immortalità.

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