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La verità

Essere veri, essere se stessi.

Una delle sensazioni più belle che ci siano. Dire quello che si pensa, soprattutto non vergognarsi di quello che si pensa.

Perché poi alla fine il succo è questo, mi sembra evidente. Se ti comporti diversamente da come ti comporteresti se tu fossi completamente da solo in mezzo al niente, se dici qualcosa di diverso da quello che pensi, oppure se non lo dici affatto per paura di un giudizio, una punizione, un pugno, un insulto, allora significa che ti vergogni di quello che sei, ti vergogni di te stesso, del pensiero che tu stesso hai fatto. O hai paura, che è ancora peggio. È paradossale, ma è proprio così. E ci penso da tempo. Sarà la società, sarà la sopravvivenza, fatto sta che abbiamo completamente abbandonato quel comportamento istintivo che ci ha salvato il culo per migliaia di anni, che ci ha fatto sopravvivere, che ci ha reso uomini, per incasinarci la vita con una serie regole non scritte, pregiudizi, seghe mentali.

E adesso, signori miei, la vita che ci siamo costruiti, quella che ancora ci resta, è questa qui: una mastodontica farsa di dimensioni epocali. Vogliamo davvero vivere così? Vogliamo davvero guardarci allo specchio, ogni giorno, e pensare che quello che vediamo fuori sia completamente in disaccordo con quello che vediamo, quello che sentiamo dentro di noi?

Questi ultimi due giorni non ho lavorato. Differenza di vedute tra i miei datori di lavoro e il sottoscritto, diciamo. Prima o poi sarebbe successo, era nell’aria da mesi, probabilmente da sempre. Ho parcheggiato il furgone ancor prima di cominciare e me ne sono tornato a casa. Questo perché se vuoi rispetto, devi dare rispetto. E fine della storia. Non voglio commentare oltre, non ne ho bisogno io e tantomeno ne ha bisogno chi eventualmente mi leggerà.

Così ho approfittato per staccare di nuovo la spina dopo la malattia che mi aveva tenuto a casa per più di una settimana il mese scorso, quando infatti avevo deciso di dare il via a questo blog. Presto fatto, ho preso il cane, la ragazza e abbiamo passato due giorni meravigliosi, ieri al mare con Nino (che appena vede l’acqua impazzisce dalla gioia, ed io con lui), oggi in montagna. Due mondi così separati, così simbolicamente distanti da essere probabilmente l’uno il completamento dell’altro. Due mondi che mi fanno riflettere, che mi riempiono gli occhi e i pensieri, che mi fanno sentire vivo, una cosa che troppo spesso ci dimentichiamo di fare. Soprattutto lontani dall’estate, quando al massimo trovi qualcuno disperato come te, uno spirito libero e riflessivo, con un cane al seguito e tanti disegni nella testa (al mare) o quando sei nella più totale solitudine, immerso tanto in te stesso quanto nello spettacolo che ti circonda (in montagna).

Due giorni, due luoghi, due abbracci che hanno la forza di rimetterti al mondo, di farti distinguere il giusto dallo sbagliato, di insegnarti la verità delle cose, la verità di tutto.

Perché io voglio vivere nella verità.

Perché io voglio essere la verità.